mercoledì 14 settembre 2011

Pietro Grasso, Laura Garavini e Tano Grasso a Berlino discutono di impegno internazionale contro le mafie

Körting, Garavini e P. Grasso
Martedì sera 13 settembre 2011 – nei locali del teatro Neuköllner Oper a Berlino - si è svolto un dibattito organizzato dall'associazione Mafia? Nein, Danke! e.V. sull'impegno internazionale nella lotta contro le mafie. Titolo della manifestazione: Nicht allein gegen die Mafia” (Non da soli contro le mafie).
Tra gli ospiti sul palco: Erhart Körting, ministro della sicurezza di Berlino; Piero Grasso, Procuratore nazionale antimafia; Tano Grasso, attivista antiracket e assessore alla cultura del comune di Lamezia Terme; l'onorevole Laura Garavini, fondatrice dell'associazione Mafia? Nein, Danke! e.V. e membro della Commissione parlamentare antimafia. Ha moderato la serata il giornalista Reinhold Jaretzky
Tra il pubblico era presente anche l’ambasciatore d’Italia a Berlino Michele Valensise.

Il ministro E.  Körting, nel corso dei suoi interventi ha rilevato che le mafie italiane costituiscono il terzo gruppo di criminalità organizzata a Berlino, dopo quella russa e quella turca. I settori specifici delle mafie italiane sono attualmente le attività di riciclaggio, il traffico di stupefacenti e le estorsioni. Körting ha poi sottolineato l'importanza della società civile nella lotta a queste forme di criminalità sempre più sommerse e intrecciate alle attività finanziarie. “Senza il contributo dei cittadini – ha detto – la lotta è persa”. Il ministro ha inoltre ricordato come in Germania – a causa del suo passato – molti cittadini mostrano una forte resistenza all'affidare allo Stato troppa discrezionalità nel reperimento e nell'utilizzo di dati ed informazioni sulla loro vita privata. Personalmente si è tuttavia detto favorevole alla possibilità di ricorrere alle intercettazioni telefoniche ed ambientali in presenza di indagini su reati legati alla criminalità organizzata. La sua posizione cerca di conciliare le libertà individuali con la lotta ai pericoli effettivi delle mafie sempre più invasive, striscianti ed aggressive. Si dice comunque soddisfatto della collaborazione con le polizie e gli organi inquirenti di altri paesi come l’Italia, la Russia e la Cina che hanno già dato buoni risultati.
Tano Grasso e Pietro Grasso, ospiti di Mafia? nein Danke! a Berlino

Il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha analizzato l’influenza della crisi economica sul potere della criminalità organizzata: “Oggi chi ha grande disponibilità di liquidità è molto più potente di chi deve fare debiti con le banche e sempre più spesso accade che le organizzazioni criminali prestino denaro ad imprenditori in difficoltà per poi impadronirsi dell’azienda", magari mantenendo il proprietario come dipendente stipendiato per coprire le cose. La crisi economica rischia di accelerare dunque una sorta di “mafizzazione”  dei capitali imprenditoriali e dell’economia.
Il magistrato ha poi ricordato che oggi in diverse intercettazioni è emerso che i mafiosi sconsigliano di chiedere il pizzo a chi denuncia, anche a fronte delle pesanti condanne comminate sempre più spesso agli estorsori. Molto probabilmente se l’adesione all’associazione antiracket avvenisse prima della richiesta estorsiva sarebbe la cosa migliore; d’altronde anche a Berlino nel caso di Mafia? Nein, Danke! l’adesione ad una associazione è stata strategica.
Il Procuratore ha poi affrontato la necessità di norme più severe, coerenti e coordinate a livello mondiale per perseguire il falso in bilancio, permettere la tracciabilità dei movimenti di capitali e contro i paradisi fiscali, luoghi in cui confluiscono non solo i proventi dell’evasione e della corruzione ma anche i capitali mafiosi. “Purtroppo non tutti i Paesi approvano provvedimenti simili. Soprattutto l’Italia.”
Ad una domanda del moderatore sulle ultime tendenze e sullo stato dei risultati raggiunti nella lotta alle mafie, il Procuratore Grasso ha citato gli eccezionali risultati ottenuti nella lotta a Cosa Nostra (tutta la cupola è stata condannata all’ergastolo). Per quanto riguarda la ‘Ndrangheta si sta iniziando e intensificando il lavoro di repressione con la speranza che ciò faccia da volano ad una società civile ancora in forte difficoltà. La componente più forte della Camorra, quella dei Casalesi, si può dire quasi sgominata. Certo, i successi ci sono ma la nuova strategia delle mafie è appunto quella di rendersi invisibile, dunque in Italia si sta intensificando l’attacco alle risorse mafiose: negli ultimi tre anni sono stati sequestrati beni per 22 miliardi di euro e definitivamente confiscati beni per tre miliardi. 
Fondamentale risulta inoltre il potenziamento della armonizzazione delle leggi di contrasto alla criminalità organizzata, oggetto di una conferenza-dibattito tenuta dal Procuratore il pomeriggio del 13 settembre alla Facoltà di Giurisprudenza della Humboldt Universität di Berlino assieme alla Onorevole Garavini..

Laura Garavini, nell'effettuare un bilancio dei primi quattro anni di attività dell'associazione Mafia? Nein, Danke e.V. da lei fondata, ha rilevato la forte motivazione che ancora oggi anima i membri dell'associazione. Dopo aver ricordato il contributo dell'associazione nel sostegno ai ristoratori taglieggiati a Berlino nel dicembre del 2007 nel denunciare i propri estorsori, Garavini ha evidenziato il fatto che oggi esiste una strategia di penetrazione silenziosa delle mafie – ma proprio per questo ancor più pericolosa – nella vita economica dell'Italia del nord e di altri paesi europei, tra cui la Germania. Lo dimostrano anche  intercettazioni telefoniche fin dall’epoca della caduta del muro di Berlino, nelle quali mafiosi italiani incitavano loro referenti in Germania ad acquistare di tutto nella ex-DDR: discoteche, ristoranti, alberghi ecc. Proprio per questo per Garavini è importante moltiplicare gli sforzi per migliorare la collaborazione tra Italia e Germania anche nello scambio di esperienze e, a tale proposito, ha ricordato l’incontro avvenuto lunedì 12 settembre a Berlino tra lei, Tano Grasso e rappresentanti della Camera del commercio e dell’industria, della comunità turca e della polizia di Berlino sui contributi che -  sul modello italiano della lotta al racket – può dare la società civile nel contrasto alla criminalità organizzata.
Ribadendo l’importanza del contributo dei cittadini, Garavini ha poi descritto le possibilità di aiuto che è possibile dare anche come turisti e consumatori ad es. acquistando prodotti e servizi pizzo-free o comunque provenienti dai circuiti di Addiopizzo (e Addiopizzo Travel) e Libera Terra e dalle altre realtà attive in questo campo in Italia.
Proprio su questo argomento, alla domanda che cosa può/deve fare la società civile che non possano fare la polizia e la magistratura, Tano Grasso fa una premessa: la mafia non è mai stato solo un fenomeno criminale ma un complesso culturale capace di creare consenso sui propri codici valoriali e comportamentali; dunque un approccio solo repressivo è destinato a fallire. E fa un esempio: se in un quartiere di Palermo i mafiosi che estorcono il pizzo vengono arrestati semplicemente perché sono individuati dalla polizia, dopo tre mesi se ne riproporranno altrettanti e il problema si ripresenterà uguale; se gli stessi mafiosi vengono arrestati perché dieci commercianti di quel quartiere hanno deciso di non cedere e di collaborare con gli inquirenti inizia un circolo virtuoso che spezza e spiazza il controllo sociale delle mafie sul territorio. Secondo T. Grasso questo dimostra che il potere degli operatori economici di un territorio è fondamentale, a condizione però che essi cessino di considerare una scelta obbligata la disponibilità a pagare. 
T. Grasso richiama anche la necessità che gli operatori non cedano per passività, comodità o indifferenza all’inquinamento dell’economia legale da parte dei capitali sporchi del riciclaggio: se inizialmente il singolo operatore può pensare di trarne vantaggio o di non esserne danneggiato, sul medio periodo ciò diviene una trappola fatale. Anche per questo le realtà antimafia italiane chiedono da tempo maggiore severità nella questione della tracciabilità dei flussi finanziari e di capitale.
Tano Grasso ha poi ribadito che per non pagare il pizzo non ci vuole coraggio, ma testa e intelligenza: e qui emerge l’importanza per gli imprenditori economici di associarsi, perché l’associazione sostiene e aiuta nel processo della denuncia e permette ai membri di non sentirsi soli. “La mafia – afferma T. Grasso – non è un mostro invincibile e in questo le rappresentazioni mediatiche hanno una grande responsabilità: possono essere fondamentali ma anche veicolare un’immagine errata.” Nel 2011 possiamo dire che grazie anche al sacrificio di molti, come ad es. Libero Grassi, ciò che accadeva prima oggi non può più accadere.
Rivolgendosi al Ministro per la sicurezza Körting, T. Grasso ha inoltre rilevato in Germania un certo turnover nei settori economici della ristorazione, della ospitalità e dell’edilizia che a suo parere andrebbero attentamente monitorati: in questo ambito, infatti, risulta fondamentale agire quando ancora il fenomeno non ha preso piede.
Al dibattito è seguita un'esibizione del trio musicale e vocale  “... e la luna” (Eva Spagna, Holger Schliested, Martin Klenk).

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