Per rendere accessibile lo spettacolo ad un pubblico più vasto, esso sarà realizzato con sopratitolazione in tedesco.
Lo spettacolo si compone di brani tratti dal diario di Rita Atria, da poesie di Peppino Impastato, da alcune pagine tratte dalla sceneggiatura del film "I cento passi" di M. Tullio Giordana, Claudio G. Fava, Monica Zappelli e da "Il paese della vergogna di D. Biacchessi.
Qui di seguito la testimonianza di uno dei giovani attori del Gruppo Teatrale Italiano.
Per non dimenticare
Per non dimenticare. È questa la determinazione di alcuni studenti del Dipartimento d’Italiano del FTSK di Germersheim che si sono riuniti per realizzare un progetto teatrale davvero speciale.
Il desiderio è anzitutto quello di parlare. Parlare delle mafie e parlarne ad alta voce. Parlarne per far sì che ne possa nascere un dialogo comune. Le mafie? Chi non ne ha mai sentito parlare? C’è chi ha visto i celebri film con Al Pacino e Marlon Brando e c’è chi ne sa anche qualcosa in più.
Questa non è certo la messa in scena di un vecchio lavoro teatrale che i giovani d’oggi oramai hanno dimenticato né una prima apparizione in palcoscenico di alcune delle future star di Hollywood. È semplicemente teatro. Un teatro immediato che racconta la realtà. Una realtà che molti di noi non conoscono e che pur ci accompagna.
Le mafie sono organizzazioni criminali che ormai non si limitano più ad esercitare il loro potere sull’Italia, ma che da anni rappresentano un problema grave in altri paesi europei. La violenza e il potere delle mafie si manifestano non solo nel far pagare ai commercianti il pizzo, nelle terribili guerre tra cosche, nella rete di traffici di stupefacenti e di rifiuti tossici (ecomafie), ma anche nella nuova mafia che applica i suoi metodi sporchi all’economia facendo crescere sempre di più i propri profitti.
Ma non dimenticare significa più di tutto ciò. Prima di tutto vogliamo ricordare. Vogliamo tenere alta la memoria di grandi personaggi come i magistrati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, come Peppino Impastato e Rita Atria che, con la loro determinazione e con tutto il loro coraggio hanno dato il proprio contributo, ognuno a proprio modo, nella durissima lotta contro la mafia sacrificando la propria vita. Ciò che vogliamo esprimere è però anche la speranza. La speranza che ci viene data dai successi di tante organizzazioni italiane che da anni si oppongono alle mafie. Ci riferiamo, tra l’altro, ad associazioni come “Addiopizzo” e “Libera Terra”, che d’altronde saranno anche i nostri ospiti durante la settimana di eventi che accompagneranno la nostra rappresentazione. Siamo sicuri che in questo modo saremo anche noi in grado di dare il nostro piccolo contributo alla lotta contro queste organizzazioni che sono diventate un problema serio anche al di fuori dell’Italia. Basta ricordare gli omicidi commessi a Duisburg nel 2007.
A questo punto bisogna parlare anche delle possibilità che questo progetto ha offerto ai suoi giovani partecipanti. L’idea di voler realizzare un progetto teatrale di questo genere può sembrare difficile a chi non studia italiano o a chi non dispone di una certa esperienza nel parlare la nostra lingua. In realtà non è mai stato un problema, anche perché la conformazione del gruppo (oltre al docente Gabriele Lenzi e al regista Michelangelo Ragni ci sono soltanto due madre lingua) ha reso necessaria la traduzione del copione. La buona atmosfera all’interno del gruppo ha permesso che fin dall’inizio si potessero definire chiaramente le misure da prendere per la realizzazione del progetto: prima di tutto tradurre e/o sopratitolare la rappresentazione. Ciò mirava anche a rendere accessibile il nostro spettacolo ad un pubblico non italofono, la cui presenza è indispensabile per la diffusione del messaggio che volevamo esprimere.
“Il partecipare a questo progetto per me non significa soltanto poter aiutare a fare un passo avanti nella lotta contro le crudeltà commesse dalle mafie, ma mi permette anche di migliorare continuamente le mie conoscenze di italiano e di imparare molte cose sull’Italia e sulla mentalità della gente. Sono contenta che alla fine siamo riusciti persino ad aprire il nostro teatro anche a chi non sa parlare la lingua.” Questa è la sintesi di Veronika a cui non bisogna aggiungere altro.
Adesso tocca a voi: venite numerosi/e! Perché la fine delle mafie è già cominciata, e se diamo tutti una mano, le mafie di oggi saranno la storia di ieri!
Daniele Tucciarone
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