sabato 1 ottobre 2011

"I tedeschi temono più lo Stato della mafia ?" - Una serata amburghese per Roberto Scarpinato. - di T.Boari


La domanda arriva alla fine di una interessante e chiarissima relazione sui nuovi volti che la mafia ha assunto nel contesto globale.  Roberto Scarpinato, procuratore generale di Caltanissetta , amico e collega di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,ad Amburgo su invito dell'associazione locale dei giudici, il Richterverein, ha parlato il 27 settembre in una sala gremita di persone.
E non usa mezzi termini: la mafia qui in Germania ha trovato un paradiso a causa della mancanza di leggi e regolamenti adeguati a combattere il fenomeno mafioso. Servono dunque una legislazione e una magistratura antimafia europee, sovranazionaliper evitare che, come pare accada spesso, le indagini svolte in Sicilia o in Italia non si arenino a Berlino, Stoccarda, Duesseldorf o Amburgo per mancanza di strumenti giuridici.
E ne approfitta il magistrato siciliano per prendere posizione contro la legge bavaglio italiana sulle intercettazioni, intercettazioni - telefoniche o ambientali -  che qui in Germania sono già vietate . Allo stesso modo non esiste il reato di "associazione mafiosa" ed è impensabile il rovesciamento dell'onere della prova introdotto da tanti provvedimenti italiani antimafia.
Una violazione dello Stato di diritto inaccettabile, così la considererebbero i tedeschi. Per questo la domanda perplessa e anche un po' provocatoria : ma qui si teme più lo Stato della mafia ? Le ragioni sono storiche e culturali insieme, ma il giudice di Caltanissetta non esita a puntare il dito contro il diritto penale tedesco, reo di essere completamente privo degli strumenti giuridici per combattere il riciclaggio di denaro sporco e restio ad accogliere le sollecitazioni di organismi internazionali come l'ONU e il Consiglio d'Europa ad applicare la confisca dei beni derivanti da narcotraffico, mafia e riciclaggio di denaro, già in vigore oltre che in Italia anche in Francia, USA, Gran Bretagna.
La mafia in Germania ha assunto negli ultimi anni il volto dell'imprenditore, del colletto bianco, racconta Scarpinato. Il fenomeno nasce da una domanda di servizi illegali da parte di persone normali. La penetrazione mafiosa nella società e nell'economia tedesca fa un salto nel 1980, quando arrivano grandi investimenti. Grazie alle normative antimafia introdotte dal pool di Palermo diventa difficile per i mafiosi riciclare il denaro sporco in Italia. E questo lì spinge là dove sanno di poter avere vita più facile, in Germania appunto.
Dal 1985, afferma Scarpinato, i capi mafia hanno comprato miliardi di obbligazioni di Stato tedeschi; poi ristoranti , alberghi, immobili. Il problema è la corruzione del ceto medio tedesco: le mafie italiana e russa costitutiscono società di persone intestate a cittadini tedeschi , prestanome pagati per svolgere questa funzione con la complicità di commercialisti tedeschi .
Dopo il 1989 , con la caduta del Muro di Berlino, la mafia è diventato un business internazionale. Con la globalizzazione, ha continuato Scarpinato, è esplosa la domanda di beni , legali e illegali. Gente normale chiede alla mafia servizi illegali per risparmiare. Così risparmiano gli imprenditori, anche quelli tedeschi, quando vincono un appalto che costa il 40% in meno della concorrenza perchè il lavoro lo affidano a società mafiose che smaltiscono i rifiuti illegalmente.
„Il mondo della mafia e quello die cittadini normali sono due facce della stessa medaglia, quello che Hanna Arendt chiamava 'la banalità del male'“, insiste il magistrato siciliano, arrivando poi al problema vero per il quale ormai si sta muovendo preoccupata anche la CIA, l'intelligence statunitense: la mafia sta creando un problema serio al mercato mondiale. Porta l'esempio di uno die grandi business mafiosi, la cocaina: prima del 1989 era un mercato che escludeva paesi come India, Cina, Russia.
Oggi li include, la richiesta si è allargata ai nuovi ricchi dei paesi emergenti. Questo renderà la mafia talmente ricca e potente da poter comprare i maggiori paccheti azionari delle grandi multinazionali e conquistare così l'economia mondiale. E sentire parlare di liberalizzazione delle droghe da sottrarre al mercato criminale delle mafie qui ad Amburgo fa un certo effetto: qui più di venti anni fa l'allora sindaco Henning Voscherau lanciò un modello di legalizzazione delle droghe pesanti che fu allora molto seguito in Europa, in particolare da esponenti radicali italiani vicini alle tesi antiproibizioniste.
Insomma, vent'anni dopo il rilancio dell'antiproibizionismo come possibile risposta al narcotraffico arriva non dalle file radicali ma da Roberto Scarpinato in persona. Una serata emozionante anche per le scene di vita del magistrato riprese dalla regista italiana Carmen Butta e offerte al pubblico, ma soprattutto per le risposte, asciutte, calme, senza falsa retorica che Scarpinato ha voluto dare alle domande - a volte anche molto personali – giunte dal pubblico.
E' impressionante ritrovare nello sguardo di questo siciliano di ferro la stessa mitezza e determinazione, quel lampo sicilianamente scanzonato, malgrado tutto, che avevano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La stampa tedesca lo ha ribattezzato „Der Mafia-Jaeger“ (Il cacciatore di mafiosi). Perchè è restato a Palermo ? Per non tradire la memoria die miei amici e colleghi uccisi dalla mafia. Il più grande alleato della mafia ? L'ignoranza. Il metodo per sconfiggerla? Garantire a tutti una vita dignitosa. Non ci si poteva aspettare di più. L'Italia migliore ringrazia.

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